Is piricchittus!
La ricetta di famiglia!
Come ogni ricetta sarda, ci sono mille mila varianti, ma questa è ancora più particolare: infatti unisce la “cappa” (copertura, in sardo) de is piricchittus de bentu (dolcetti di vento, prendono questo nome dalla loro leggerezza, risultano infatti vuoti all’interno) e l’impasto tipico del campidanese.
Io li ho sempre conosciuti così come li fa la mia nonna, ne divorerei un vassoio da sola perchè ne vado matta! Sono dei biscottini con poco zucchero nell’impasto, friabili e leggeri, che una volta cotti vengono pralinati. A seconda di dove si va a leggere, si scopre che questi dolci sono tipici della Pasqua, io li ho conosciuti anche per Natale, ma forse perchè mia nonna mi adora e sa che amo questi dolcetti quindi me li preparava appositamente!
La cosa che più amo di questi biscotti ora che mi ritrovo a farli è la loro bellezza: potete fare la palletta più storta e piena di crepe del mondo, che una volta pralinata sarà comunque meravigliosa.
Si preparano in mezz’oretta e si conservano a lungo, perfetti da preparare in anticipo per le feste coi parenti. L’abbinamento ideale secondo me è col caffè!
Ingredienti:
Per 2 teglie:
- 250 gr di farina 00;
- 2 uova*;
- 45 gr di olio di semi;
- 8 gr di lievito per dolci;
- 30 gr di zucchero semolato;
- Buccia grattugiata di un limone.
Per la glassa:
- 300 gr di zucchero semolato;
- 20 ml di acqua.
* io ho usato due uova piccole ed il mio impasto le ha volute entrambe, solitamente si usa 1 uovo intero ed 1 tuorlo, ma spiego meglio nel post.
Utensili:
- Ciotola capiente;
- Carta forno;
- Teglia;
- Pentolino;
- Cucchiaio di legno;
- Pinze da cucina.
Preparazione:
In una ciotola setacciamo farina e lievito, aggiungiamo 1 uovo ed un tuorlo, l’olio e la buccia di limone grattugiata, rimestiamo col cucchiaio di legno.
Come vi ho detto nelle note, il mio impasto ha richiesto anche l’albume del secondo uovo (dopo una chiamata d’emergenza alla nonna per capire cosa era meglio aggiungere), perché risultava così dopo aver aggiunto i liquidi:
Ho aggiunto l’albume ed impastato con le mani sino ad ottenere un panetto morbido.
Tagliamo una parte e formiamo un salsicciotto, lo spessore dipende da quanto volete farli grossi, io li ho fatti piccini perchè a me piacciono così, ma potete farli anche più grandi se volete, solo che in quel caso i tempi di cottura subiranno variazioni.
Quelli un po’ più grandetti mia nonna insegna di tagliarli con le forbici, circa a metà. Questo li aiuta in cottura a crescere in modo più omogeneo.
Ora vi mostro cosa intendo con “non è necessario che siano perfetti”
Sistemiamo nella teglia foderata con carta forno e cuociamo in forno caldo statico a 180° per 10 minuti, controllate che siano ben dorati sotto.
Sforniamo e lasciamo raffreddare nella teglia. Vi mostro cosa succede a quelli “storti” ed a quelli tagliati dopo cotti.
In un pentolino raduniamo acqua e zucchero, lavoriamo sino ad ottenere una pasta.
Deve avere questo aspetto, se fosse più chiaro aggiungete zucchero.
A fiamma media, facciamo scaldare e tuffiamo i nostri biscotti, rimestando col cucchiaio così che siano ben ricoperti dallo zucchero. Non devono avere una glassata omogenea ne spessa, “quello che attacca” (cit.).
Quelli che vi mostro sono gli ultimi che ho glassato, quindi lo zucchero era praticamente finito. Lasciamo raffreddare sulla carta forno per 3-4 minuti prima di assaggiare o conservare in un barattolo di latta o contenitore ermetico sino a 10 giorni.